Il 14 dicembre 1995, vent’anni fa, nasceva lo spazio sociale autogestito Filo Rosso. Sembrava un autunno caldo come tanti altri all’Università della Calabria: gli studenti avevano occupato il Centro Residenziale per una questione legata al tesserino mensa. Fra loro c’erano matricole, studenti navigati, fuori sede, fuori corso, c’erano i compagni e le compagne, quelli che nell’89/’90 avevano fatto la Pantera, e quelli che venivano dal centro sociale Gramna. La novità fu che questo collettivo eterogeneo di persone, una volta finita l’occupazione, non si disperse e maturò l’idea di creare all’interno del Campus uno spazio permanente di aggregazione e socialità. L’idea trovava le sue ragioni negli stessi principi fondativi dell’ateneo calabrese, primo fra tutti la residenzialità, che prevedeva lo sviluppo di una vera e propria cittadella universitaria, con alloggi e servizi al suo interno: l’espansione edilizia dell’Unical aveva invece privilegiato la costruzione di dipartimenti, uffici, aule e laboratori, a discapito di case, spazi comuni, strutture culturali e sportive. Mancava uno spazio per gli studenti, che non fosse il bar. E questo mentre il trasferimento delle attività formative sul ponte e nei nuovi cubi, lasciava vuoti e abbandonati i locali del vecchio edificio Polifunzionale, dove l’università aveva inaugurato i suoi primi anni accademici.
Occupare spazi dismessi e riempirli di energia e creatività, oltre che di dibattito e di politica “dal basso”, è una pratica comune in tante parti d’Italia, il Leoncavallo di Milano ha fatto scuola, e centri sociali autogestiti sono nati come funghi in tutta la penisola. Filo Rosso è stato sempre un po’ diverso. Dentro l’università, è diventato da subito un’università “alternativa”, dove formarsi fuori dai ritmi delle lezioni e degli esami, dove studiare materie di altri corsi di laurea, dove insegnare e imparare in uno scambio continuo di saperi ed esperienze, fra studenti, fra studenti e docenti, fra cittadini. Una palestra dove sperimentare arti e mestieri, un centro servizi e di produzione culturale per l’università e il territorio. Da qui sono passati il Living Theatre, Alberto Grifi, Guido Chiesa, Giacomo Verde, Antonio Rezza, Freak Antoni, Marky Ramone, Wu Ming, Heidi Giuliani, Nanni Balestrini, Piero Bevilacqua, Mario Alcaro, Marco Revelli, Osvaldo Pieroni, Bruno Amoroso, Fausto Bertinotti, Lucia Annunziata, Ugo Mattei, Ida Dominijanni. Qui sono nati Entropia, Rossosimona, Libero Teatro, Fatti Al Cubo.
Il 4 agosto 2011 il centro sociale è stato demolito dall’amministrazione Latorre e nelle aule del Tribunale di Cosenza si sta svolgendo un processo a carico degli attivisti. Eppure Filo Rosso si prepara a festeggiare il suo ventesimo compleanno. Il motivo si chiama DAM, dipartimento autogestito multimediale, che di quella esperienza è figlio e che, seppure in forme diverse, rimane uno spazio aperto sul possibile ed un punto di riferimento per tanti, tantissimi. Sarà un compleanno all’insegna della memoria, presupposto necessario per l’identità di una comunità, e della festa, rito nel quale la comunità si riconosce e si rinnova ogni volta.